C’è chi ha parlato di rivoluzione dei Templari, e con ragione perché atto sicuramente rivoluzionario fu riuscire a riunire la figura del Monaco a quella del Cavaliere, in un epoca l’alto Medioevo, in cui rigidamente divise erano le figure degli Oratores e dei Bellatores: chi pregava non poteva e doveva permettersi di fare altro, consacrandosi integralmente a Dio; così come chi combatteva doveva esclusivamente proteggere con le armi i mistici, gli eremiti, i monaci la Chiesa ed i suoi chierici.

Noi però preferiamo parlare di una grande Restaurazione Tradizionale che rimetteva in campo uomini che si ispiravano all’antica figura del Re-Sacerdote: Melchisedek e Gesù Cristo stesso, ambedue impugnanti i simboli dei due poteri Politico-militarie e Religioso.

La grande intuizione innovativa per l’epoca di Hugone de’ Pagani tendeva a creare un uomo nuovo che racchiudeva in sé la fulgida figura del Cavaliere di Cristo, addirittura Suo commilitone (come dice il nome stesso), per combattere la Piccola Guerra contro i nemici esterni e la Grande Guerra contro i propri peccati ed il diavolo; e la carismatica e dolce figura del Monaco orante secondo le indicazioni di San Benedetto.

Cristo, nostro Salvatore, è venuto in pace tra gli uomini ma portando con sé la Spada della Giustizia: è giusto che i Suoi Cavalieri facciano altrettanto a Sua sequela ed imitazione difendendo i deboli, i poveri, i pellegrini, i bambini, le vedove ed i religiosi inermi.

Hugone è l’unico fondatore di un Ordine Religioso riconosciuto ed appoggiato dalla Santa Romana Chiesa che dopo la sua morte non è diventato almeno Beato. Ci si domanda da secoli il perché di tale situazione.

Forse, essendo un Cavaliere ha osato troppo, ha fatto ritenere di voler creare addirittura un’altra Chiesa , parallela a quella formata unicamente da Chierici; è andato in palese contrasto con la riforma Gregoriana del Dictatus Papae, non è riuscito a far comprendere a pieno ed in via definitiva , la fondamentale importanza per l’Ecclesia di un Ordine Monastico e Cavalleresco che fosse Spada del Papa e Difesa del Tempio del Signore Gesù Cristo.

L’Ordine del Tempio da lui creato è rimasto schiacciato, dopo 200 anni di vita, tra tutti i poteri coalizzati per distruggerlo: i poteri civili e politici delle grandi Nazioni in formazione, Francia in primis, ed i poteri religiosi della Curia Papale e dei Vescovi, sempre più insofferenti verso queste figure ieratiche e mistiche, ma allo stesso tempo coraggiose fino all’estremo sacrificio dei Cavalieri Templari.

Ma vediamo come è stato possibile ad Hugone, un povero Cavaliere di ceppo normanno, proveniente dall’area Amalfitana di Nocera dei Pagani di riuscire nella fantastica impresa di far riconoscere da Santa Romana Chiesa, sempre così refrattaria alle novità anche se profondamente tradizionali, un Ordine Cavalleresco così singolare e destabilizzante dello Status Quo negli anni successivi alla conquista di Gerusalemme del 1099.

Gli strumenti fondamentali usati furono inizialmente l’Antica Regola in Latino composta da 72 capitoli ed utilizzata per ottenere il riconoscimento ufficiale dell’Ordine al Concilio di Troyes nel gennaio 1129 e successivamente la traduzione “adattata” in Francese d’oïl realizzata sotto il Magistero di Roberto di Craon in una data compresa tra il 1135, Concilio di Pisa, ed il 1147, anno in cui il Papa Eugenio III concesse ai Templari di portare la Croce rossa patente sui bianchi mantelli in maniera permanente.

La differenza tra la versione latina e quella francese è evidente: il testo francese è una vera e propria traduzione del testo latino; benché il contenuto sia pressoché il medesimo, l’ordine dei capitoli della regola latina è differente in quella francese. La versione francese è sempre seguita da una lista di feste e digiuni e dai retrais, una sorta di corpus legislativo templare, con il compito di rispondere ad esigenze più pratiche e sostanziali che non formali ed erudite.

La regola primitiva, cioè quella redatta in latino, subentra alla regola canonicale di Sant’Agostino, che i Templari avevano seguito nei primi dieci anni di vita dell’Ordine. Il mentore più importante del nuovo Ordine fu sicuramente San Bernardo, in quell’epoca guida spirituale della cristianità occidentale: la sua influenza è evidente nei contenuti e nell’adattamento finale della Regola.

La Regola latina segue un ordine più conforme ai dettami dell’ambiente ecclesiastico da cui doveva ricevere approvazione. I suoi compilatori provengono infatti da un ambiente monastico, in particolare cistercense; in realtà, è molto probabile che il redattore ufficiale, fra’ Giovanni Michaelensis, fosse un monaco-cavaliere Templare.

 

Manoscritto di Parigi, Incipit della Regola Latina

 

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