L’esperienza come membro dell’Associazione “Templari Cattolici d’Italia”, mi ha portato a comprendere meglio tanti elementi della tradizione della nostra Chiesa Cristiana Cattolica, oggigiorno dimenticati e trascurati, ma che in realtà hanno avuto un grande impatto sulla nostra storia, i quali, se recuperati, possono aiutarci ad amplificare i vari aspetti della fede cristiana e a dare una profonda lettura dei molteplici avvenimenti odierni.
Mi riferisco all’attenzione alla simbologia, ai riti, alla tutela anche materiale dei luoghi sacri, e al recupero dell’esperienza devozionale rivolta alle reliquie. Questi, come alcuni tra gli elementi che hanno caratterizzato le attività dell’antico Ordine dei “Pauper Commilitones Christi”, detti Templari.
I Templari Cattolici d’Italia, ispirandosi a quelli antichi, i quali presidiavano le vie di pellegrinaggio e custodivano i luoghi costruiti per favorire il dialogo con Dio, s’inseriscono in questo solco, cercando di riproporne gli ideali cavallereschi, ai fini del recupero e del rispetto di questi elementi, considerati parte integrante della nostra cultura.
Per spiegarmi meglio, racconterò la mia esperienza personale relativa a uno tra i vari impegni importanti assunti dall’Associazione e, più in particolare, il servizio di volontariato svolto in occasione dell’esposizione della Sacra Sindone, avvenuta nel 2015 a Torino. La S. Sindone, molto probabilmente il lenzuolo che ha avvolto Gesù durante la sepoltura, era stata salvata dagli antichi Cavalieri Templari dal saccheggio di Costantinopoli e custodita dall’Ordine, nel periodo in cui esso era attivo, prima di comparire pubblicamente in Francia dopo il 1300. E’ comprensibile, quindi, il nostro interesse nei confronti di questa importante reliquia, già manifestato negli anni attraverso le numerose conferenze dedicate e il sostegno alla conoscenza del S. Telo. Nel 2015, infatti, i Templari Cattolici d’Italia hanno assunto l’impegno di gestire le turnazioni dei numerosi pellegrini che si sono recati in visita all’Ostensione Straordinaria, garantendo il servizio per diverse settimane, durante le quali è stato necessario trasferirsi a Torino, il tempo necessario alla gestione operativa dell’accoglienza dei pellegrini, lungo il percorso attrezzato che da Piazza S. Maurizio conduceva fin dentro il Duomo. Il supporto ai numerosi pellegrini, anche nei dovuti controlli di sicurezza in entrata nei pressi di metal detector e, soprattutto, la possibilità di stare in preghiera, a stretto contatto con l’importante reliquia, per periodi prolungati rispetto ai pochi minuti lasciati a disposizione ai visitatori che transitavano, hanno reso quell’esperienza un’occasione di profonda grazia. Infatti, per chi ci crede come noi, la S. Sindone porta i segni della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, dal momento che l’immagine visibile sul telo può essere rimasta impressa soltanto con l’ausilio di una forte energia, paragonabile addirittura ad una piccola esplosione nucleare, che sarebbe avvenuta dentro il sepolcro al momento della resurrezione di Gesù.
Questa esperienza, come altre vissute negli anni, ha rappresentato nel mio percorso da Cristiano, un momento di alto spessore spirituale, essendo di servizio, sulle orme degli antichi Cavalieri Templari.
Fr. Carlo
Commendatore ex Val Trebbia