Il tema che mi è stato affidato, per la nostra riflessione, formazione e preghiera è quello della Pentecoste.

E io ritengo che, seguire l’Anno liturgico sia il modo migliore per crescere nella fede, rafforzarsi nella speranza e operare nella carità.

 

La festa della “Pentecoste” ha origini veterotestamentarie. Era la festa, che si celebrava (e gli ebrei festeggiano tuttora) cinquanta giorni dopo la Pasqua. Era la festa del ringraziamento per i prodotti della terra.

In questo contesto ci fu la Pentecoste cristiana, la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo.

Il Cenacolo…!

Quante cose sono successe in quel luogo:

È il luogo in cui sono stati istituiti da Cristo almeno quattro Sacramenti:

  1. L’Eucaristia
  2. Il Sacerdozio
  3. La Penitenza
  4. La Cresima con l’effusione dello Spirito

 

 

A quanto pare il Signore Gesù, legando la nascita di questi quattro sacramenti ad un luogo preciso, ha voluto legare tra di loro questi sacramenti per la nascita, lo sviluppo e il rafforzamento della Chiesa nascente.

“Prendete e mangiate: questo è il corpo”; “Prendete e bevete, questo è il calice del mio Sangue”.

Per comprendere questo primo Sacramento dobbiamo necessariamente fare un salto nel passato remoto, agli inizi della storia della nostra salvezza.

La domanda che pongo a me e a voi è: Perché Dio ha creato?

Dio ha creato per un’esplosione d’amore.

Dio non ha bisogno di me, non ha bisogno di voi, non ha bisogno di niente. È perfetto in se stesso, nell’unità sostanziale della Trinità delle persone.

Ma suppongo che l’amore era talmente grande che ha voluto amare anche qualcuno e qualcosa che non fosse Egli stesso.

E così ha creato il mondo con piante e animali.

E ha creato l’uomo e la donna, a sua immagine e somiglianza.

Ma se leggiamo bene i primi capitoli del libro della Genesi, ci accorgiamo che il Signore non ha creato e abbandonato l’opera delle sue mani.

Egli ha voluto intessere con l’uomo un patto di amore, di amicizia, di (oggi si usa molto questo termine) reciprocità.

E tale patto, col linguaggio biblico, si chiama ALLEANZA.

Ma come ogni patto, i contraenti sono tenuti entrambi a mantenere fede agli impegni: Dio e l’uomo avevano un accordo. Ma l’uomo e la donna non sono stati ai patti e hanno commesso il primo peccato, quello che è fondante di tutto l’agire morale perverso (originale).

Ma Dio che fa?

In quel momento stesso in cui maledice il diavolo/serpente, promette la salvezza.

Certo, una salvezza non immediata, ma la promette.

“Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra a tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.

Quindi, ora, si tratta di ricomporre l’alleanza!

E con chi sarà fatta?

Con Noè!

Gen 6:

[5] Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.

[6] E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.

[7] Il Singore disse: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti”.

[8] Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.

Dopo il diluvio…. :

[8] Dio disse a Noè e ai sui figli con lui:

[9] “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi;

[10] con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca.

[11] Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra”.

[12] Dio disse:
“Questo è il segno dell’alleanza,
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con voi
per le generazioni eterne.

[13] Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell’alleanza
tra me e la terra.

[14] Quando radunerò
le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi

[15] ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per il diluvio, per distruggere ogni carne.

[16] L’arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è sulla terra”.

[17] Disse Dio a Noè: “Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra”.

Ma neppure con i figli di Noè le cose andarono bene. Canaan trasgredì la legge del pudore, e quindi anche questa alleanza venne meno.

Per farne una nuova, si deve arrivare ad Abramo, l’amico di Dio!

Gen 17:

[1] Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse:
“Io sono Dio onnipotente:
cammina davanti a me
e sii integro.

[2] Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto”.

[3] Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:

[4] “Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.

[5] Non ti chiamerai più Abram
ma ti chiamerai Abraham
perché padre di una moltitudine
di popoli ti renderò.

[6] E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re.

[7] Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.

[8] Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Cànaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio”.

[9] Disse Dio ad Abramo: “Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione.

 

Ma quando con Giacobbe gli Israeliti entrarono da padroni in Egitto, per mezzo di Giuseppe, venne meno ancora una volta l’alleanza.

Allora, Dio volle stipulare ancora un’altra alleanza con l’uomo, e lo fece per mezzo di Mosè sul monte Sinai.

Dio si sarebbe impegnato ad essere Dio con loro e per loro, gli uomini avrebbero dovuto semplicemente rispettare 10 regolette. Ma come possiamo ben immaginare, l’uomo non seppe mantenere fede, nemmeno questa volta, al patto stabilito con Dio.

Allora…

Gal 4:
[4] Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge,

[5] per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.

[6] E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!

[7] Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

[8] Ma un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, eravate sottomessi a divinità, che in realtà non lo sono;

Quindi… Dio mandò suo Figlio!

E siamo arrivati alla istituzione dell’Eucaristia.

La lettura va fatta tenendo presente le parole della consacrazione del Calice.

In ogni Messa il sacerdote dice: “Prendete e bevetene tutti: questo è il Calice del mio Sangue, per la nuova ed ETERNA ALLEANZA, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”.

Il Cenacolo, allora, diventa il nuovo Sinai!

È il luogo della stipula della nuova alleanza, che si connota, però, di un altro aggettivo: ETERNA.

Cioè Dio stesso si dà, in un certo senso, la “zappa sui piedi”. L’alleanza resta in piedi, anche se l’uomo viene meno al patto! L’iniziativa è di Dio; Egli ha voluto così. E tutto questo in quell’unica parola pronunciata dal Signore Gesù, prima di subire la passione.

Ma il Cenacolo è il luogo dell’istituzione della confessione.

Gv 20:

[22] Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo;

[23] a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

Ovviamente comprendiamo, da quello che abbiamo detto finora, che la confessione è legata, sì, alla missione che Gesù ha dato agli Apostoli e ai loro successori, ma resta, comunque, legata prima di tutto alla Santissima Eucaristia: “… versato per voi e per tutti IN REMISSIONE DEI PECCATI”.

E a tal proposito dobbiamo tener presente che anche il sacerdozio è legato a quel momento fatidico: “Fate questo in memoria di me”!

Ma, a legger bene, Gesù non fa niente senza che questo sia volontà del Padre, nella effusione dello Spirito Santo: “Ricevete lo Spirito Santo”.

Qui non si tratta della effusione piena che sarebbe avvenuta il giorno di Pentecoste, ma dei prodromi, della promessa: “

Gv 16:

  1. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.

[12] Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

[13] Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.

[14] Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.

[15] Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.
At 2

[1] Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

[2] Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
[3] Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;

[4] ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
L’effusione dello Spirito ha dato vita alla Chiesa!

Ed è l’azione che lo Spirito Santo Dio compie ancor oggi. Nel singolo Cristiano per il bene di tutta intera la Chiesa.

Questo perché si possa essere pienamente – così recitava il Catechismo di San Pio X – perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo con in Sacramento della Cresima.

2Tim 2:
[1] Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù

[2] e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.

[3] Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.

Mi verrebbe da dire – e di fatti lo dico – che ogni buon cristiano, ogni vero cristiano dovrebbe essere soldato di Cristo, cioè Templare, se non nella forma giuridica, almeno nello spirito!

E quindi veniamo alle “strategie di battaglia”.

Qual è il nostro campo di battaglia?

Non dobbiamo illuderci: la nostra non è più una società cristiana. Quando insegnavo religione nel liceo, io partivo sempre dalla giustificazione di tale insegnamento. Dicevo agli alunni che l’insegnamento della religione cattolica (e non la storia delle religioni) è esatto dal fatto che l’Italia era una società culturalmente cristiana.

Facevo notare che tutte le opere erano da leggersi alla luce della fede dei loro autori: scultura, pittura, architettura, musica, toponomastica e, persino, la culinaria (vedi ad esempio le castagne del prete oppure gli strozza preti).

Ma oggi è davvero così?

Con grande sofferenza dobbiamo riconoscere che il filosofo polacco Zygmunt Bauman avesse ragione, quando definì la nostra società una società liquida.

Significa che, mentre nell’età moderna tutto era dato come una solida costruzione, ai nostri giorni, invece ogni aspetto della vita può venir rimodellato artificialmente.

Dunque nulla ha contorni nitidi, definiti e fissati una volta per tutte. Ciò non può che influire sulle relazioni umane, divenute ormai precarie in quanto non ci si vuole sentire ingabbiati; le influenze non mancano anche nel mondo politico: difatti ora non si cerca più di costruire il “mondo perfetto”, seguendo un rigido e predeterminato sistema politico, forte di una consolidata ideologia, come era nel passato.

E neppure, aggiungo io, consolidata da una fede comune.

Allora ci aspetta un arduo compito.

Lo Spirito ha dato modo a Maria e agli Apostoli di essere compresi da tutti. E anche noi, investiti dello Spirito il giorno del Battesimo e della Cresima, dobbiamo essere non solo credenti, credibili. E se la prima comunità cristiana era “famiglia” attorno alla Madre, la sempre Vergine Maria, anche noi formiamo una famiglia vera, forte, credibile, combattiva, sotto lo sguardo attento e premuroso di Maria che il nostro Padre nello spirito, San Bernardo di Chiaravalle, ha tanto egregiamente annunziato, cantato e amato.

Grazie per la vostra pazienza e la vostra accoglienza.

Minister Templi

Don Antonio Cannatelli

Ritiro Spirituale dei Templari Cattolici d’Italia

Napoli, Sabato 14 maggio 2016