Nel periodo in cui si è svolto l’Anno della Misericordia, nella seconda più importante Basilica Papale, ovvero San Paolo Fuori le Mura a Roma, noi Templari Cattolici d’Italia siamo stati chiamati a svolgere un servizio al fianco dei custodi e degli altri volontari per meglio disporre e preparare l’accoglienza di quei pellegrini che si recavano presso questo Tempio con l’intento e la devozione di attraversarne la Porta Santa e nello stesso tempo per continuare la nostra opera di nuova evangelizzazione testimoniando la Cristianità di cui siamo parte integrante e nella quale affondiamo le radici della nostra Cultura e del nostro Culto salvaguardati dalla straordinaria opera dei Monaci Benedettini, i quali, ancora oggi a distanza di 1300 anni, abitano senza mai aver interrotto questa residenza.
L’Abbazia annessa alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura
Quante culture, quanta storia si cela tra le maestose mura di questo Tempio Sacro, icona unica nel suo genere e nella preziosa lettura che racchiude.
Completamente ricostruita dopo l’incendio del 15 luglio 1823 la Basilica Papale di San Paolo f.l.m. è stata da sempre méta di pellegrinaggio per tutti coloro che volevano far visita all’Apostolo delle Genti, San Paolo, il quale, insieme alla Maddalena, io definisco il convertito con la “C” maiuscola del quale è visibile, dopo gli ultimi lavori di restauro, la parte Ovest del Sarcofago che ne contiene i resti. Quell’Apostolo che mi ha accompagnato nel cammino Cristiano fin dall’adolescenza. Patrono del paesino di mie origini e provenienza, Solarino, piccolo comune della provincia di Siracusa, l’Apostolo Paolo sosta in questa località per tre giorni e tre notti rientrando da Malta e ivi la tradizione lo festeggia ancora 2 volte all’anno, oggi mi vuole con sé nel luogo di sua sepoltura, nelle vesti di Templare Cattolico a portare avanti la sua opera di evangelizzazione, a testimoniare insieme ai miei Fratelli, con la Croce ben in vista, la Passione e un cammino di Fede rifacendosi al carisma degli antichi Monaci Guerrieri dal bianco mantello, i Templari (che furono e quelli che sono) nella stessa dimora, a fianco del Santo Padre e per la stessa causa, quella che chiamiamo “la sana e giusta battaglia”, combattuta come da Paolo, contro noi stessi e contro i persecutori della Chiesa Cattolica, solo non più con le armi, ma come Gesù Cristo ci ha insegnato, con la Preghiera, la costanza e con forza di volontà.
A tutto questo giova la via da noi Templari Moderni intrapresa e questo è quello di cui ci facciamo portatori, viaggiando contro corrente, andando lentamente ma in modo costante verso un’unica direzione: Gesù Cristo; tutti quanti insieme, malgrado il mondo, che ci circonda e di cui ovviamente facciamo parte, sia sopraffatto dalla frenesia dalla poca dedizione alla Fede, incoerenza e dall’ipocrisia.
Portiamo Gesù nel cuore ed è per questo che da tutta Italia, siamo riusciti, anche con problemi economici, familiari, di salute e di ogni genere, ogni fine settimana, a garantire il servizio della Basilica, 10 Fratelli, a titolo di Volontari, per dare il nostro aiuto in supporto della Chiesa di Papa Francesco successore di tutti i Papi prima di lui e di Pietro; quel Pietro tanto amico di Paolo, su cui Gesù Cristo ha creduto e voluto fondare la Sua Chiesa, Noi.
Quanta emozione mi hanno dato quei pellegrini che ci hanno ringraziato per il servizio svolto, a detta loro, con tanta devozione e con impeccabile serietà.
Quanto importanti e forti sono state le parole, “ci sentiamo più sicuri con Voi Templari che vigilate assieme ai custodi e alle altre forze armate”, pronunciate nei nostri confronti dai tanti fedeli del luogo che tutti i giorni si recano presso la Basilica per partecipare alle Solennità celebrate dai Monaci e da tutti i Prelati che passano per questo Luogo Sacro.
Le loro manifestazioni d’affetto unite ovviamente alla nostra forte Fede e devozione verso Cristo e verso quei Fratelli Monaci che 700 anni orsono furono martirizzati ingiustamente, semplicemente per aver mantenuto la loro parola, per aver dato tutto quanto per la giusta causa che avevano sposato, per aver continuato fino all’ultimo a pregare la Vergine Maria e Gesù Cristo suo Figlio (persino mentre venivano arsi vivi), per avere difeso le loro origini Cristiane…ecco, tutto ciò, ci dà la forza di andare avanti nonostante le avversità, le ostilità che troviamo nel cammino e malgrado in tantissimi ci considerino anacronistici.
Attuali, io così ci definisco, altro che anacronistici!
In minoranza, se non addirittura gli unici che come allora, hanno detto Sì! alla Chiamata di Gesù accettando la via che a noi tutti è stata mostrata, quella cavalleresca e, sono lusingato e onorato del fatto che stiamo almeno provando a cambiare, uno ad uno: per prima cosa noi stessi, singole unità del mondo, dimostrando che alla domanda “come si fa a cambiare il mondo?” in realtà una risposta c’è. Risposta che è alla portata di tutti, talmente evidente e semplice che nessuno crede che possa essere quella reale e definitiva: cambiare i singoli, appunto. Ma del resto, Gesù non diceva che il bene, che le cose grandi si fanno compiendo sforzi e azioni piccolissime e semplicissime?
Chiudo ringraziando di cuore tutti i miei Fratelli che in questa quotidiana “battaglia” mi stanno vicino e tutti i Fedeli che ci danno, con le loro manifestazioni d’affetto, la carica giusta per continuare a perseguire questa tanto tortuosa e difficile Via che altro non può portare che alla salvezza, se non altro della nostra coscienza…che la risveglia così come ha chiesto più volte il nostro Primo Cavaliere, Gesù Cristo e il suo attuale successore in Terra Papa Francesco.
Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam
Fra’ Daniele